Barcellona, Yamal è già un veterano: "La paura resta fuori. Pressione? Una cosa da godere"

Se non avesse i capelli giallo fluo quasi ci dimenticheremmo la carta d'identità di Lamine Yamal. Gioca e parla da veterano, eppure è solo un diciassettenne nato per giocare a calcio. Un baby prodigio con 100 partite ufficiali giocate in maglia blaugrana. Il fuoriclasse del Barcellona, presentando il match contro l'Inter di Simone Inzaghi ha dato ancora una volta prova di una maturità fuori dal comune. La stessa che si vede in campo, mascherata da un velluto di classe pura che i nerazzurri dovranno cercare di arginare.
"Vogliamo dimostrare che squadra siamo e vogliamo provare a vincere tutto. Cento partite ufficiali senza essere maggiorenne? Credo che sia una gran cosa raggiungere questo traguardo in un club grande come il Barcellona. Non è una cosa da tutti, e credo che sia importante la continuità. È la cosa a cui do più valore in questo momento". Una dichiarazione d'intenti quella del numero 11 di Hansi Flick, che non ha problemi nemmeno a portarlo in sala stampa.
Contro il Real Madrid la giocata della partita non è solo la palla scricata a Pedri per la rete del vantaggio, ma il tracciante messo sui piedi di Ferran Torres per il pareggio a tre minuti dalla fine. Un colpo di lucidità e classe, essenziale nella sua complessità. "Se soffrissi di vertigini per quello che ho vinto non sarei d'aiuto ai miei compagni. Ho la motivazione e la fiducia che servono per preparare partite così, la paura resta fuori". Un altro manifesto di quello che il Barcellona spera di vedere domani sera è racchiuso nella sua personale definizione di pressione: "Io non la chiamerei pressione, un ambiente vissuto come quello dopo la Copa del Rey è una cosa da godere. Sono esperienze nuove, belle, che vanno vissute".
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