1300 giorni di Inzaghi: così si è preso l'Inter e lo status di top europeo

Dal 28 maggio al 18 dicembre, per arrivare a 1300 giorni tondi tondi. Un traguardo che Simone Inzaghi vede scattare oggi, a due giorni dal roboante 6-0 rifilato alla Lazio: sei, come i trofei vinti in nerazzurro tra cui spicca lo scudetto della seconda stella. 129 partite di campionato per il tecnico, che è entrato di diritto tra i primi cinque-sei d'Europa ed è curiosamente legato a un numero, come fa notare La Gazzetta dello Sport: 284 come i punti conquistati e i gol segnati, media di 2.2 a gara per entrambe le voci.

Tre anni e mezzo fa veniva accolto con dubbi e incertezze dopo l'addio di Antonio Conte, ora invece è l'idolo della tifoseria e il Demone di Piacenza. Due doti sono subito apparse chiare: la capacità di rendere sotto pressione, che gli ha consentito di reggere quando si parlava di esonero e parte della tifoseria invocava Chivu e Stankovic, e la capacità di saper gestire il gruppo e trovare la posizione in cui ognuno rende meglio. Tanti i cambi di ruolo e le intuizioni del tecnico: Calhanoglu regista, Thuram prima punta con Lautaro a girare attorno, Dimarco e Dumfries ali e incursori. 

Inzaghi vinceva solo le coppe e si è preso lo scudetto, non faceva rotazioni e invece è diventato il maestro del turnover scientifico. Si diceva che fosse troppo malleabile e amico dei giocatori, invece ha mostrato personalità e ha perso solo sei gare in un anno e mezzo. La sua crescita è evidente e la sua Inter rasenta la perfezione a tratti. Definirlo secondo solo a Herrera e Mourinho, probabilmente, non è una bestemmia: con Mancini sul terzo gradino del podio c'è Simone. Gli manca solo la Champions League e chissà che, a fine stagione, non se ne parli come di un altro trionfo. L'Inter si gode il suo Ferguson e un ciclo da ricordare, che potrebbe arrivare a sei stagioni e forse anche oltre.