Palacios, l'ex tecnico Cicotello: "L'ho sentito: che gioia per l'Inter. E' forte, serve pazienza"
L'esordio alla fine è arrivato: il 30 ottobre, nel finale della sfida vinta dall'Inter per 3 a 0 contro l'Empoli, anche Tomas Palacios ha avuto la gioia della prima apparizione con la sua nuova maglia. L'argentino ha solamente 21 anni e da appena un paio di mesi si è calato in una nuova realtà completamente diversa da quella in cui è cresciuto e con un oceano di mezzo: Simone Inzaghi è consapevole che gli serva un periodo di ambientamento, anche agli schemi di una squadra consolidata come quella nerazzurra, lo sta dunque inserendo passo dopo passo.
Cosa aspettarci però da lui? E quali saranno le caratteristiche che riuscirà a mostrare per prime, quando si ritaglierà maggior spazio?
Martin Cicotello, che lo ha allenato di recente all'Independiente Rivadavia, club dal quale è sbarcato a Milano, ha parlato in esclusiva a L'Interista del talentuoso difensore.
Mister, con Palacios ci vuole pazienza anche se i tifosi hanno curiosità di vederlo all'opera?
"Sì, ha fatto un salto che la gente difficilmente può immaginare, non conoscendo certe realtà in Argentina nelle quali i ragazzi crescono, in provincia. Serve un po' di pazienza, ma ne varrà la pena".
Sembra sicuro delle sue qualità.
"Il ragazzo è molto forte. Ho visto l'esordio che ha fatto con l'Empoli, che mi ha lasciato buone impressioni anche se ha fatto una manciata di minuti".
Quali impressioni le ha dato?
"Ha giocato con una tranquillità per me incredibile considerando da quanto è arrivato dall'altra parte del mondo. Non ha sbagliato i passaggi che doveva fare, poi ha fatto un buon anticipo. Magari esagero io, ma sono cose importanti anche se ripeto, per soli 10 minuti. Poi mi ha colpito un altro aspetto".
Quale?
"L'atteggiamento dei compagni con lui. Si vede che gli sono vicini, ho visto dei gesti che per lui possono essere importanti, davvero. E in una squadra così forte, in Italia, te li devi guadagnare perché nessuno te li regala, significa che hanno visto in lui belle cose. Poi sarà il mister a capire in che momento si meriterà più minuti. Noi allenatori comunque possiamo arrivare fino ad un certo punto con le cose che riguardano quello che vogliamo tatticamente, per questo sono importanti i gesti dei compagni che ho visto con lui".
Vi siete sentiti di recente?
"Sì, ha detto che sta benissimo, è entusiasta dell'Inter. Gli ho parlato dicendogli di avere pazienza per crescere al meglio".
Ci parla delle sue migliori qualità?
"E' uno che può dare tanto nella conduzione del gioco. Passa la palla e si propone subito in avanti. Lo faceva spesso già con noi, ho visto che l'Inter lo fa spesso per esempio con Bastoni che avanza e Calhanoglu che si ferma. In Italia ha esempi importanti come Calafiori in tal senso".
Lo faceva anche troppo in Argentina?
"(ride, n.d.r.) Ma ci abbiamo lavorato. Il fatto è che un conto è farlo quando stai presenziando la trequarti avversaria, un altro è quando lo fai nella prima costruzione da ultimo uomo, con il rischio eccessivo di esporti, qualora perdi palla. In zona offensiva sa diventare un uomo in più".
Altro?
"Ha una qualità importante e riesce a calciare in porta importante, era attaccante nelle giovanili".
Davvero? Anche nel tiro da fuori?
"Sì, ha un bel tiro anche da fuori. Con noi ha avuto un paio di situazioni dove provato la conslusione dalla distanza, facendo traiettorie importanti. Noi lo lasciavamo libero di andare avanti apposta perché gli altri due centrali erano più di ruolo. Così lui diventava un terzino aggiunto quasi".
Quanto si aspetta gli serva per entrare nelle rotazioni come fatto da Bisseck?
"Difficile dirlo, non essendo con lui tutti i giorni: il mister ha il termometro per capire questa cosa. Posso dare il mio parere dall'esterno, dopo 2-3 mesi che è lì bisogna vedere come si adatta giorno per giorno a quello che il mister vuole. In questi casi sento la gente consigliare spesso una cosa".
Il prestito?
"Sì, ma non sono d'accordo in questo caso. Secondo me per lui sarebbe meglio rimanere all'Inter invece. Perché non vedo lontano il momento in cui possa entrare in queste rotazioni e fare un percorso come quello di Bisseck. Davanti a lui ha un fuoriclasse assoluto come Bastoni. Sento dentro di me che lui avrà più minutaggio già nel girone di ritorno. D'altronde puoi crescere anche marcando Lautaro in allenamento...".
Abbiamo parlato della sua qualità palla al piede. In marcatura invece com'è?
"Lui è molto veloce per il fisico che ha, riesce a fare l'1 contro 1 con giocatori rapidi. Per una squadra come l'Inter che va tanto avanti è una cosa buona, fa bene le marcature preventive".
C'è un aspetto sul quale può migliorare?
"Ha tante qualità e tutti possono migliorare in qualcosa, soprattutto i giovani. Lui forse può migliorare qualcosa sul colpo di testa. Lo avevo detto già a lui, da noi aveva avuto diverse chance di segnare in avanti. Come tutti i ragazzi deve lavorare per me sulla cattiveria nell'andare a prendersi la palla sui contrasti aerei".
La Nazionale?
"Ci penserà dopo, è una cosa che arriverà da sola, per me. Il potenziale vero non l'abbiamo ancora visto esprimersi del tutto, io l'ho immaginato e sono convinto lo porterà lontano".
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