Bergomi: "Nessuno decisivo come Dumfries, col Bayern dipenderà molto da Lautaro"

L'ex capitano dell'Inter Giuseppe Bergomi è stato intervistato da Tuttosport, a poche ore dal match d'andata dei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco, che commenterà per Sky Sport.
Beppe Bergomi, per Sky commenterà Bayern-Inter: se ci pensa, il suo primo incrocio con i bavaresi è stato a Madrid, l’11 luglio 1982, quando le toccò Rummenigge nella finale mondiale tra Italia e Germania...
"È vero! - sorride Zio - guardi, però con Kalle ho un bellissimo rapporto perché lui è una persona speciale e ci collegano tante cose, a parte la finale in cui lui non stava benissimo ed è stato meglio così perché Rummenigge è un Campione con la C maiuscola, in campo e anche fuori. Come compagno era super, in tal senso le racconto questa: io ero un uomo Adidas, lo era anche lui ma quelle che facevano in Germania erano diverse e io gli dicevo “Kalle, mi piacerebbe avere le tue scarpe” e lui me le faceva avere. Un’altra volta eravamo a Londra per i cento giocatori della Fifa scelti da Pelé: mia moglie stette male e lui con sua moglie vennero con noi in ospedale... Che dire, gli voglio bene".
Se le dico Bayern-Inter, invece cosa le viene in mente?
"L’eliminazione in Coppa Uefa nel 1988-89: tutti ricordano sempre e solo la sostituzione di Brehme con Rocco, ma nel secondo tempo li abbiamo presi a pallonate però Aumann ha parato di tutto".
Kompany, allenatore del Bayern, era a San Siro per il derby di Coppa Italia: che Inter ha visto?
"L’Inter purtroppo o per fortuna, gioca ogni partita pensando alla prossima e si è visto pure a Parma. Inzaghi deve sempre mettere in campo giocatori che vadano bene per quella partita ma anche per risparmiarne altri per quella dopo. Questo fa sì che l’Inter tenda ad andare in controllo e questo non va bene perché l’Inter deve tenere alti i ritmi. Problema è che, quando lo fa, dura 45 minuti e poi è costretta ad andare in gestione. Però sono convinto che a Monaco ci sarà un’Inter diversa rispetto a quella vista nelle ultime gare. Detto questo lnzaghi, se vuole dare fastidio al Bayern, ha bisogno che la sua squadra riesca a palleggiare nella propria metà campo: quella sarà la vera sfida tattica".
Il Bayern ha molti infortunati in difesa, l’Inter ha pezze un po’ ovunque: per chi pesano di più le assenze?
"Innanzitutto va detto che l’Inter deve stare bene fisicamente per contrastarli, altrimenti si fa dura. Il Bayern ha assenze pesanti per una squadra portata a giocare un calcio offensivo e “rischioso”, però nell’Inter quest’anno nessuno è stato decisivo come Dumfries per fisicità, gol, assist, colpi di testa. L’Inter non ha contropiedisti e, quando riparte, deve trovare uno su cui appoggiarsi e lui svolgeva proprio questo compito. In più molto dipenderà dalle condizioni di Lautaro che è rientrato solo a Parma dall’infortunio".
L’Inter esce soddisfatta dall’Allianz Arena se?
"Pareggia. Altrimenti poi diventa difficile perché all’Inter piace comandare il gioco ma in ripartenza soffre perché fatica a difendere a campo aperto. Ecco, un pareggio le permetterebbe di avere ancora il controllo della partita senza esporsi al contropiede avversario e per lei sarebbe perfetto. E se l’Inter passa, sono convinto che l’exploit in Champions la aiuterà ad avere energie pure per lo scudetto".
Inzaghi ha scelto di non scegliere...
"Per qualsiasi grande squadra a livello europeo è giusto così. E Inzaghi non l’ha mai fatto, pure quando era alla Lazio. Questo anche con il rischio di non vincere nulla".
Ecco, in questo caso come andrebbe giudicata la stagione dell’Inter?
"Tutti stanno aspettando che questo succeda, diciamolo chiaramente... Ecco, secondo me non cambierebbe nulla perché l’Inter ad aprile è dentro in tutte e tre le competizioni con una rosa, con l’età media sempre più alta, che mai come quest’anno ha avuto tanti infortunati. Ma cosa vuoi chiedere a Inzaghi di più? Sono quattro anni che fa giocare bene la squadra, con sempre settantamila persone allo stadio perché la gente è orgogliosa di andare a San Siro. Non vinci? Beh, lo sport è come la vita: è giusto provarci, poi se ce la fai bene, se non ce la fai hai fatto ugualmente bene".
Bastoni sostiene che lui sia speciale perché pensa ancora da calciatore: è d’accordo?
"Guardi, l’altro giorno sono andato alla presentazione del libro di Dan Peterson e lui diceva “Forse ho sbagliato a mollare l’Olimpia troppo presto, ma dentro di me non pensavo più di avere quella energia da trasmettere alla squadra”. Ecco, Inzaghi questa ce l’ha sempre e si vede che allena con cuore e passione. Non so se ragiona da calciatore ma ognuno deve avere il proprio stile e non copiare quello degli altri. Ecco, Inzaghi è questo, e, ripeto, non capisco cosa debba ancora dimostrare".
Come spiega la differenza nel rendimento della difesa tra Champions o campionato?
"Perché in Europa è molto attenta, in primo luogo, a gestire il risultato quando affronta le altre grandi. L’Inter in quel tipo di partite aumenta il grado di attenzione perché capisce che può andare in difficoltà".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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