Il campo, l’inchiesta, il punto dell’Inter… E il corteggiamento "inglese" a Inzaghi
È stata una settimana che definire “complicata” le fai un complimento. E ovviamente non parliamo di campo. Sul prato le cose sono andate più che bene, ha funzionato il turnover e sono arrivate tre buone notizie.
1) Taremi per chi non se ne fosse ancora accorto è un giocatore dall’intelligenza superiore.
2) Arnautovic è una quarta punta che ha compreso il suo ruolo e sa mettersi a disposizione (un tempo, al primo fischio dalle tribune, avrebbe mandato tutti affanzum).
3) Mkhitaryan (contro la “piccola” Stella Rossa, per carità) ha giocato un match importante e al alto livello delle sue enormi capacità.
C’è chi dice “perché gioca sempre Michelino?”. Banalmente perché è il Q.B. di sale nel piatto stellato. Puoi cucinare il piatto migliore del mondo ma se sbagli la dose di sapidità viene una porcheria. Mkhitaryan – quando sta bene – è l’ingranaggio che permette al gioco di Inzaghi di funzionare come sappiamo. Zielinski può certamente imparare a fare “quella cosa lì” ma nel frattempo bisogna augurare lunga vita a Michele l’armeno.
Manca ancora qualcosa in fase difensiva? Sì, manca. L’interista è abituato a vedere Sommer che prende freddo in porta e, invece, al momento tutte le avversarie riescono – chi più, chi meno – a dare fastidio. Tocca ritrovare un minimo di compattezza in più, soprattutto nella complicata partita di questa sera. Arriva il Toro di Vanoli, squadra temibile che gioca un 3-5-2 parecchio diverso da quello inzaghiano, ma anche molto efficace. Tocca stare attenti, ché vincere è sempre importante, ma prima della sosta molto di più (altrimenti ti toccano due settimane di rotture di maroni).
La verità è che in questo caso l’attenzione mediatica cadrà a prescindere e inevitabilmente sulla casa nerazzurra e il motivo è noto: l’inchiesta sul delirio ultrà ha invaso radio, tv, giornali e lo farà anche nei prossimi giorni. C’è chi dice “ué, interisti, fate finta di niente? Avete finito i giga?” e non si rende conto che proprio gli interisti sono i primi a reclamare pulizia totale dentro e fuori San Siro, costi quel che costi.
Arriveranno punizioni severe? L’Inter ritiene di aver fatto il possibile per arginare il problema, ma è altrettanto vero che a livello di giustizia sportiva non si possono escludere sanzioni e squalifiche dei tesserati coinvolti. È ancora presto per avere certezze di alcun genere, ma alcune cose si possono già dire:
1) L’Inter, sotto accusa soprattutto per la gestione dei biglietti da stadio, collabora da tempo (molto prima della finale di Champions 2023) con le autorità, informate tempestivamente sulla cessione dei tagliandi.
2) La collaborazione prosegue anche e soprattutto in questo momento, laddove le autorità necessitano di tutte le informazioni per trovare soluzioni al problema (l’idea che un consulente della procura possa affiancare il club per valutare le criticità è concreta).
3) I tesserati del club sono stati educati alla “prevenzione”, sanno cosa possono e cosa non possono fare. E se ancora non lo avevano capito, di sicuro lo hanno capito ora.
4) È essenziale che lo stato “approfitti” di questa situazione per fornire i club di strumenti che consentano di eliminare quel rapporto di sudditanza tipico delle società di calcio (tutte le società). Basta giocatori che a fronte di qualche risultato sbagliato si fanno catechizzare negli angoli del campo, basta violenza gratuita sugli spalti perché uno è tifoso di serie A e quell’altro di serie B, basta tutto.
Ps. Il Manchester United corteggia Simone Inzaghi da mesi e una telefonata (tramite intermediario) è arrivata anche di recente. Posto che un trasferimento in questo momento sarebbe impossibile, il tecnico dell'Inter ha confermato di stare benissimo dove sta.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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