E’ Simone Inzaghi il presente e il futuro dell’Inter, senza retropensieri né ante. Saluti e arrivederci
Meno male che l’arbitro Massa non ha avuto un bidone dell’immondizia al posto del cuore e non se l’è sentita di mandare fuori Lukaku per il fallo con piede a martello a metà Primo Tempo, e il Var non ci ha pensato a richiamarlo, sennò chissà Conte quanti retropensieri poteva farsi venire in mente, che a forza di essere retro si finiva fino agli anni di Calciopoli. Invece stavolta ci sono stati gli antepensieri, Conte si è portato avanti lamentandosi a gratis del Var due settimane fa, e stavolta è passato all’incasso.
Calembour a parte, Antonio fa bene a fare quel che fa, porta acqua al suo mulino e pensa al bene della sua squadra. Al massimo chi è criticabile è l’arbitro che si fa influenzare dal clima di caccia alle streghe se si prende una decisione contro il Napoli, ma come diceva Manzoni (lombardo ma non per questo antinapoletano) di don Abbondio, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
Poi ci sono le questioni di campo. Adesso è sicuro che l’Inter dovrà temere il Napoli come favorita scudetto, perché ha trovato anche il gioco. Ma chi vivrà vedrà, vincerà chi se lo merita (speriamo) e in generale speriamo vada avanti fino alla fine (difficile) questa splendida lotta a 6 per lo scudetto.
Ma a prescindere di come andrà a finire, l’Inter e gli interisti devono cominciare a spogliarsi della logica del risultato per capire il tesoro che hanno in mano con Simone Inzaghi. Non so se vincerà qualcosa, tutto o nulla quest’anno, ma a prescindere di nuovo è riuscito a venire a capo di situazioni intricate e a imbastire ancora una stagione di livello. L’Inter gioca di nuovo il miglior calcio d’Italia, alla sua pari solo l’Atalanta, gestisce forze e infortuni con scienza, e tutto ciò sempre in regime di costo zero è bene ricordarlo.
Non date per scontato Simone Inzaghi, il lavoro che ha fatto e che fa, il rimanere costantemente ad alto livello, perché una continuità simile di prestazioni e rendimento l’Inter nella sua storia l’ha avuta solo nei 6 anni attorno al Triplete e negli anni di Herrera, e se permettete con ben altre disponibilità finanziarie. Simone Inzaghi sta anche evitando il teatrino dei torti arbitrali o altre scusanti, e vette simili l’Inter le aveva conosciute solo in altri 2/3 momenti della sua storia. Ricordatevelo quando l’allenatore sarà in difficoltà e avrà bisogno di supporto.
La cosa migliore che gli interisti si possono augurare è di dover salutare Inzaghi il più tardi possibile.
A proposito di saluti invece, con questo editoriale si chiude il mio percorso con L’Interista. Sono stati 3 anni e mezzo esaltanti, in cui ho avuto la fortuna di aver accompagnato un momento esaltante della storia dell’Inter, sia dal punto di vista sportivo che giornalistico, e ringrazio l’editore Andrea Pasquinucci per avermene dato la possibilità. Non nascondo l’orgoglio per aver incontrato così tanti lettori fuori dagli stadi, o nei posti più disparati, che mi fermavano per dire “leggo sempre il tuo editoriale il lunedì in ufficio/a mezzanotte quando esce/la mattina in metro etc.”. Ci sono stati momenti assolutamente memorabili personalmente, a partire da quando in tanti mi volevano crocifiggere per il mio attacco a Zhang tre giorni dopo la vittoria dello scudetto di Conte per aver lasciato scappare lo stesso allenatore. O quando un mese e mezzo dopo annunciai nella quiete generale che Lukaku se ne stava per andare e partì la lapidazione “Lascia in pace Lukaku e l’Inter” e poi è finita come è finita… Oppure l’editoriale scritto appoggiato su un guardrail in mezzo alla notte andalusa di fronte allo stadio La Cartuja a Siviglia dopo Portogallo-Belgio agli Europei, rivelando che l’Inter avrebbe preso Dumfries. E tanti altri pezzi che portavano poi telefonate e messaggi da protagonisti insospettabili, fino ad esempio a quello di 6 mesi fa scritto un giorno dopo l’uscita di Zhang dove accennai di una ipotesi inedita sulla designazione di Marotta alla presidenza.
E’ stato un piacere accompagnarvi fin qua, e non posso che ringraziarvi per il favore e l’attenzione e dirvi arrivederci.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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