A che punto è l’Inter vista a Londra? Cosa manca e cosa funziona già

A che punto è l’Inter vista a Londra? Cosa manca e cosa funziona giàTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 12 agosto 2024, 21:48Editoriale
di Tancredi Palmeri

Quanto conta il precampionato. Zero, praticamente zero. Forse solo qualcosina in più, ma siamo comunque prossimi alla cifra di zero.

No, davvero. Perché quello che vediamo noi non è quello che vedono gli allenatori, che si fanno un programma di avvicinamento totalmente diverso da quello che può essere nella mente del tifoso, e cercano nelle amichevoli delle risposte a noi oscure, e al netto di preparazione e differenze di preparazione tra nazionali.

Non è un discorso di paraculismo per non sbilanciarsi, ma è proprio realtà dei fatti. Pensate all’anno scorso: l’Inter fece un pessimo precampionato, non vinse praticamente con nessuno, faticava a segnare, e tra tutti non segnava proprio mai Marcus Thuram, già battezzato da tutti - interisti compresi - come non all’altezza per fare il titolare (al punto che la piazza tirò un sospiro di sollievo quando arrivò Arnautovic, per dire…). Beh, non c’è nemmeno bisogno di fare fast forward allo scudetto nel derby di aprile, basti vedere il derby di andata alla quarta giornata, anzi sufficiente dalla prima giornata per riscontrare come da subito la realtà dei fatti fosse differente. Per carità, qualcosa può essere indicativo, ma parliamo di dettagli che però sono visti senza le premesse necessarie del lavoro dell’allenatore dall’interno. E l’esempio vale anche in senso opposto: basti pensare per dirne uno a un Milan-Bayern 4-1 con Cutrone mattatore di fine luglio 2017, con tedeschi ben più avanti di preparazione etc., e tutto quello che ne consegue. E non c’è bisogno di andare a controllare gli almanacchi per vedere il riscontro delle due in quella stagione.

A Londra l’Inter ha avuto sicuramente mentalità, ma al di là dell’1-1 ha concesso molto. Il pareggio è arrivato per il Chelsea è arrivato solo all’89’, ma la palla portata dai Blues arrivava troppo facilmente a centro area, con poco filtro sulle fasce e difensori centrali troppo in affanno. Solo Simone Inzaghi sa se è un campanello d’allarme sulla tonicità difensiva degli esterni, se lo è sullo stato di forma di Acerbi e di riflesso del De Vrij infortunato - e dunque rendendo prioritario l’acquisto difensivo - o se è semplicemente fisiologico nel processo di avvicinamento.

Mentre invece l’uscita palla e gli automatismi mamma mia se ci sono già: l’Inter uccide in 4 passaggi, da quel punto di vista sembra che non abbia smesso per l’estate, non è contropiede ma costruzione dal basso però rapida e verticale. Forse anche per questo sta più bassa del solito. Ma bisogna ricordarsi che Simone Inzaghi gioca sempre a calcio, sempre: e fare quel tipo di gioco, è ovvio costi di più in termini di preparazione e dispendio fisico.