Marotta: "Spiace per Arnautovic, andiamo avanti così. Dimarco prolunga, per Mkhitaryan ci vuole tempo"
Nella lunga intervista concessa a Radio Anch'io lo Sport, l'ad dell'Inter Beppe Marotta ha parlato di diversi temi d'interesse di questo avvio di stagione nerazzurro. Dall'infortunio di ieri di Arnautovic al caso Lukaku e i rinnovi di Dimarco e Mkhitaryan, ecco le sue parole. "Dispiace per Marko perché si era inserito bene, ma credo molto nella duttilità dei giocatori e sono certo che Inzaghi troverà il giusto rimedio. Andremo avanti con questo organico"
Campionato come il Napoli l'anno scorso, uscendo ai quarti di Champions. Firmerebbe?
"La vita è fatta di sogni e realtà. La realtà dice che siamo alla ricerca della seconda stella. Allo stesso tempo le competizioni europee dobbiamo guardarle con ottimismo e per poco l'anno scorso non avveravamo il sogno. Dobbiamo dare il meglio e provare a raggiungere il massimo".
Si aspettava un impatto così ruvido con la Champions?
"Diamo atto alla Real Sociedad di essere molto forte, soprattutto in casa è molto aggressiva e ha tecnica. L'avversario ci ha dato fastidio, Inzaghi ha attuato un po' di turnover sfruttando giocatori che non avevano mai giocato insieme. Va letta in positivo la reazione e l'aver agguantato il risultato. Questo è l'aspetto da esaltare".
La classe arbitrale è peggiorata negli anni?
"Arbitri come Casarin sono stati grandi arbitri ma quella di oggi è di tutto rispetto. Si è ringiovanita. Negli anni passati la carriera era un po' più lunga, oggi si interrompe più velocemente e quindi c'è un'accentuazione della classe arbitrale giovane. Però mi pare che la nostra classe arbitrale sia rispettata e considerata nel mondo. Il calcio sta diventando più scientifico e tecnico, abbiamo strumenti come Var o Goal Line Technology che riducono la soggettività. Chiaro che ci siano critiche più aspre quando vengono prese determinate decisioni".
Servono contromisure al mercato arabo?
"L'effetto di questo nuovo scenario dobbiamo ancora valutarlo bene, per ora abbiamo perso in competitività perché gli arabi hanno preso giocatori che non erano in prepensionamento. Il rischio grosso è che ci si impoverisca, anche a livello economico per la vendita dei nostri diritti tv. Apparentemente c'è stato un beneficio finanziario vendendo, perché abbiamo portato a casa soldi, ma bisogna mettere dei limiti ai trasferimenti per tutelare il patrimonio tecnico".
Milan, Juventus e Napoli: chi teme di più per la vittoria del campionato?
"Lo scudetto è spesso appannaggio delle stesse squadre: Milan, Juve, Napoli, Atalanta, Roma, Lazio. Attorno a queste squadre c'è la vincitrice. Ho notato grandi miglioramenti anche della Fiorentina, ma ci si restringe a queste squadre".
Quali elementi vi hanno spinto a prolungare con Inzaghi?
"Siamo in una fase interlocutoria in cui il calendario rappresenta una parte condizionante. L'anno scorso eravamo ottavi a sei punti in meno. Al di là delle statistiche quello che sto notando è la consapevolezza dei propri mezzi, la certezza di essere protagonisti e di essere forti. A Udine lo scorso anno fu una prestazione negativa come impatto, abbiamo capito cosa vuol dire e lo abbiamo superato. Oggi è la sua squadra, lui è il leader e i giocatori seguono le indicazioni".
L'Arabia è una minaccia o un'opportunità?
"Il calcio arabo rappresenta grande ricchezza che porta a fare investimenti in strutture e diritti sportivi, ma anche nel management. Porta una mentalità, spero, vincente. La competitività non ci deve far paura ma in questo momento c'è grande divario di spesa anche con la Premier League. I rimedi si trovano non solo con la sostenibilità ma anche con la crescita delle competenze. Dobbiamo trovare una classe dirigente all'altezza del calcio moderno, servono strategia e business plan. Se loro mettono i soldi, noi dobbiamo mettere la competenza".
Come si spiega l'atteggiamento di Lukaku?
"Ci siamo rimasti male perché avevamo instaurato un rapporto di affetto con lui, ma siamo stati bravi a trovare le alternative. Fa parte del passato e di un mondo strano a livello di rapporti. Adeguiamoci a quanto successo. L'Inter esiste da cento anni e va avanti senza allenatori, dirigenti e calciatori attraverso la ricerca di altri protagonisti".
Rinnovo di Dimarco?
"Sono molto contento per lui perché rappresenta un grande senso di appartenenza. Siamo orgogliosi di questo. Dal punto di vista del valore è in continua crescita e credo possa ancora migliorare. Ci vedremo con il nostro ds Ausilio e vorrei si parlasse di prolungamento più che di rinnovo perché significa che si trova la quadra su valori come l'appartenenza. Massimo rispetto per Federico".
E Mkhitaryan?
"Stiamo valutando tutte le situazioni ma non è questo il momento di approfondire queste tematiche. Lo faremo nel tempo giusto col massimo rispetto partendo dal concetto che se il calciatore vuole restare per noi diventa più facile".
La crescita di Dimarco ha sorpreso anche lei?
"Devo dire di sì perché non immaginavamo potesse arrivare a questi livelli. E' uno degli esterni più forti in circolazione e questo va dato atto a lui. Il grande senso di appartenenza lo facilita nelle prestazioni e oggi è uno dei più forti a livello europeo".
Come vede il nuovo corso della Nazionale con Spalletti?
"Sono molto contento che sia il ct della nazionale perché in lui vedo tanti valori positivi. Entusiasmo, determinazione, lettura tattica, valorizzazione dei giovani. Tanti ingredienti fanno sì che la scelta di Gravina sia stata intelligente. Dobbiamo poi essere noi club bravi a mettere gli italiani a disposizione e qui si torna alla questione della competenza. Siamo tra i migliori d'Europa e i risultati delle Under lo hanno dimostrato".
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