Javier Zanetti a Marca: "Mi inorgoglisce Lautaro capitano, Inzaghi si è guadagnato il rinnovo. E su Lukaku..."

Javier Zanetti a Marca: "Mi inorgoglisce Lautaro capitano, Inzaghi si è guadagnato il rinnovo. E su Lukaku..."TUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 8 settembre 2023, 15:55Primo piano
di Marco Corradi

Javier Zanetti, vicepresidente e storico capitano dell'Inter, ha rilasciato una lunghissima intervista ai microfoni di Marca. Si parte col commento sull'ottimo avvio nerazzurro, con tre vittorie su tre in Serie A: "Siamo contenti perchè se ne sono andati giocatori importanti, che dobbiamo ringraziare per ciò che hanno fatto con la nostra maglia, e ne sono arrivati altri con grande volontà di competere e fare cose importanti per il nostro club. Abbiamo vinto tre gare su tre e abbiamo dimostrato che l'Inter, ad oggi, può essere una squadra competitiva per lo scudetto".

L'anno scorso siete arrivati in modo insperato alla finale di Champions League? Sarà difficile ripeterla, vedendo come si sono rinforzate le big d'Europa?

"Non sarà facile, ma non ci manca la voglia di ripeterci e ritrovarci in finale tra dodici mesi. Sappiamo che nel calcio tutto è possibile, ma andremo passo dopo passo. Prima di tutto dovremo passare i gironi, un traguardo molto importante". 

Venti anni fa c'era stato un'Inter-Milan nelle semifinali di Champions e l'ha vissuto da giocatore. Nella scorsa stagione è successo lo stesso e l'ha vissuto da vicepresidente. Che differenze ha notato tra il modo di vivere le sfide?

"In campo si corre e si cerca di cambiare il risultato in prima persona, sulle tribune non si può fare. Giocare un derby è speciale, è una sensazione unica ed una partita che tutti vorrebbero giocare e sognano di giocare, perchè tutta la città freme per una settimana. Perdere nel 2003 fu molto doloroso, perchè pareggiammo entrambe le partite e uscimmo per i gol in trasferta che valevano doppi. L'anno scorso è stato diverso: l'Inter ha vinto entrambe le gare e ha meritato la finale di Champions". 

Quali sono i favoriti per questa Champions League? Che chance dà all'Inter?

"Il Manchester City ha la squadra più completa e sicuramente proverà a ripetersi. Ma ci sono tante squadre con la tradizione e la forza collettiva per vincere la Champions League. L'Inter? Noi vogliamo continuare ad essere forti e competitivi, spero che le nostre qualità ci portino il più avanti possibile. Ripetersi e arrivare in finale è complicato, ma dobbiamo provare". 

Il vostro girone vi vedrà sfidare Real Sociedad, Benfica e Salisburgo. La Real è pericolosa per il primo posto?

"La Real Sociedad è sicuramente una rivale che dovremo rispettare molto, una squadra difficile da superare e molto ostica tatticamente. Il calcio spagnolo è molto competitivo e giocare contro le formazioni spagnole, per il loro tipo di calcio, è tutt'altro che facile. Il nostro girone sarà molto più equilibrato di ciò che si pensa".

Da dirigente ha rinnovato Simone Inzaghi. Cosa avete visto in lui?

"Non è stata una scelta dettata solo dalla stabilità, ma dalle sue qualità. Il rinnovo conferma che Simone Inzaghi sta facendo un enorme lavoro. Con serenità e personalità, non ha mai avuto dubbi sulle sue qualità e sul suo progetto per l'Inter. Ha proseguito sulla sua strada e abbiamo riconosciuto le sue qualità dandogli questo rinnovo, che si è guadagnato e meritato coi trofei e coi risultati". 

Marcelo Brozovic ha deciso di trasferirsi in Arabia Saudita. Da bandiera di un unico club, che pensi dei tanti trasferimenti in Saudi Pro League?

"Difficile parlarne, perchè sono decisioni personali e ognuno ha un modo diverso di vedere le cose. Nella mia carriera mi è capitato di dover scegliere se restare all'Inter o trasferirmi in altri club importanti, però la bilancia nel mio caso è sempre stata rivolta verso i nerazzurri. Mi sentivo benissimo nel club, mi sentivo rappresentato dai suoi valori e dalla sua gente. Questo per me è sempre stato più importante di ogni cifra. Ma non posso dire che andare in Arabia sia sbagliato, ognuno fa le sue valutazioni". 

Una delle sue decisioni è stata quella di non venire al Real Madrid.

"L'Inter stava passando un momento difficile e non potevo andarmene senza aver lasciato un segno tangibile in termini di vittorie e trofei. Volevo essere protagonista e, sin dal primo giorno in Italia, mi sono sentito identificato nei valori del club. Questo ha sempre prevalso sul resto e ho vissuto tutta la mia carriera nell'Inter". 

Lautaro può ripercorrere le sue orme e diventare la nuova bandiera dell'Inter?

"Lautaro l'ho cercato io in prima persona, mi inorgoglisce che sia capitano dell'Inter e provi le mie stesse sensazioni, identificandosi con orgoglio nel club. Trasmette tutto ciò che significa l'interismo, si migliora di anno in anno e potrà crescere tantissimo. Sono dell'idea che un club come l'Inter debba avere grandi giocatori e che sia altrettanto normale ricevere delle offerte. A quel punto decide il giocatore se diventare una bandiera o partire".

Non era un vostro giocatore, ma che effetto le ha fatto vedere Lukaku alla Roma?

"Eravamo interessati a trattenerlo, ma sono successe cose che non ci aspettavamo con altri club. Abbiamo deciso di ritirarci dalle trattative ed ora Lukaku veste un'altra maglia. Fa parte del nostro passato e ora, come club, dobbiamo guardare al futuro". 

Ha appena vinto il premio Fair Play Menarini della Bocconi. Come descriverebbe il suo percorso da dirigente?

"Sono orgoglioso che, dopo tanti anni nel calcio, mi si riconosca ciò che ho saputo fare fuori dal campo. Credo che sia un premio prestigioso, in 25 anni di storia lo hanno vinto tanti grandi del calcio e dello sport. Ho iniziato subito a studiare dopo il ritiro, formandomi alla Bocconi e diventando in seguito vicepresidente dell'Inter. Non mi è mai interessato comandare la parte sportiva, ma essere un dirigente a 360°. Mi sento riconosciuto dall'UEFA, dalla Conmebol e dalla FIFA come figura importante per l'Inter anche al di fuori dell'area sportiva. Questo è motivo d'orgoglio". 

Lei è stato allenato da due grandi come Bielsa e Mourinho, con stili agli antipodi. Cosa le è rimasto di loro?

"Di Bielsa mi rimane la sua capacità di sorprendere e togliere i migliori, ma costruire comunque una squadra difficilissima da affrontarte. Sa far rendere i giocatori e trasformarli con umiltà in ciò che richiede, inculcando il suo spirito e la sua metodologia di lavoro. Di Mourinho la capacità di convincere il gruppo ad andare oltre i propri limiti e fare cose importanti, che fossero vincere la Serie A o la Champions League. Lui era convinto di poterlo fare e ci siamo riusciti. Ha enorme personalità e capacità. La finale del 2010 con lui è stata incredibile. Quel giorno raggiungevo 700 partite con l'Inter, che non vinceva la Champions League da 45 anni. Ho avuto l'onore di essere il capitano, alzare il trofeo in uno stadio iconico come il Bernabeu e portarlo a Milano. Sono sensazioni indimenticabili". 

Come vede la Serie A quest'anno?

"Molto equilibrata, tante squadre si sono rinforzate e puntano allo scudetto. Difficile dare favoriti". 

A dicembre l'Argentina ha vinto i Mondiali. Come si è sentito in quel momento?

"Parte del gruppo. Ho vissuto tutto il Mondiale con la mia famiglia ed è stato un sentimento unico. Quando abbiamo visto Messi sollevare il trofeo ci siamo sentiti liberati. Non vincevamo da tantissimo tempo un Mondiale, mi sono sentito molto orgoglioso che questi ragazzi siano diventati campioni del mondo e ci abbiano regalato un sogno".