A Riyad c'è solo l'Inter! Inzaghi re di supercoppe, i nerazzurri annientano 3-0 il Milan
Una sola squadra in campo. Una vittoria netta, un successo strameritato. L'Inter vince 3-0 il derby di Supercoppa contro il Milan e piazza in bacheca il settimo trofeo agganciando nell'albo d'oro proprio i rossoneri. Al King Fahd International Stadium s'è visto l'assolo interista, in una gara prima dominata e poi gestita da grande squadra: difficile anche trovare un'insufficienza in una serata di festa dopo qualche critica di troppo. L'Inter ha reagito, ha cancellato la rimonta di Monza e quel derby di campionato in cui si erano palesati tutti i limiti di una stagione altalenante. E ora? È pur vero che manca parecchio per strappare l'etichetta di anti-Napoli, ma un successo simile può dare un bel po' fiducia.
L’Inter domina il primo tempo, 2-0 al 45’
Ci si aspettava una mentalità differente rispetto al secondo tempo di Monza e alla gara di San Siro contro l’Hellas. L’approccio dei nerazzurri si è percepito già in una semplice rincorsa, negli occhi spiritati di Acerbi e nella voglia di andare a pressare il Milan praticamente negli ultimi 30 metri. Con presupposti simili il vantaggio è arrivato quasi in maniera naturale, al termine di un’azione tutta di prima orchestrata dall’imbucata di Dzeko e dall’assist di Barella - sul filo del fuorigioco - per Federico Dimarco. Il Milan ha faticato parecchio, annaspando soprattutto su un Dzeko nell’ennesima serata di grazia: proprio dal bosniaco è arrivata la seconda rete dopo una sterzata e la solita conclusione in buca d'angolo.
L’atteggiamento della squadra di Pioli è leggermente cambiato nella parte finale del primo tempo, ma è stata più l’Inter a sfiorare la terza rete che il Milan ad accorciare le distanze: l’occasione più nitida è capitata a Lautaro Martinez ma l’argentino non è riuscito ad agganciare il passaggio di Calhanoglu all’altezza del dischetto del rigore.
Lautaro chiude il match, l'Inter vince la settima Supercoppa della sua storia
La compagine milanista nella ripresa si è aggrappata ai lampi mostrati nel finale di primo tempo e alle iniziative individuali. Ci ha provato a più riprese Rafa Leao, imitato anche da Bennacer e Theo Hernandez: è mancata però la precisione, quelli dei rossoneri sono stati più tentativi isolati che vere azioni di squadra. La banda di Inzaghi invece ha abbassato i giri del motore cercando più la ripartenza che l’iniziativa: Giroud e compagni anziché reagire hanno accettato i ritmi imposti non riuscendo a trovare nemmeno la soluzione più elementare.
A sigillare il match ci ha pensato Lautaro Martinez con un gol da campione del Mondo: il numero 10 ha usato Tomori come perno e da posizione defilata ha piazzato un esterno destro dolce, morbido, terminato alle spalle di Tatarusanu. Un gol che ha praticamente scritto la parola fine su una gara ampiamente dominata nella prima frazione e gestita nella ripresa. Alla fine ha sorriso Steven Zhang - al suo quarto trofeo da presidente -, inevitabile anche la gioia di Simone Inzaghi, il re di supercoppe: due quelle in nerazzurro - insieme a una Coppa Italia - arrivate nel giro di un anno. Forse è mancata davvero soltanto la ciliegina tricolore.
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Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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