Zanetti alla RSI: "L'Inter è parte di me, affascinante esserne vicepresidente. Moratti è stato un secondo papà"

Zanetti alla RSI: "L'Inter è parte di me, affascinante esserne vicepresidente. Moratti è stato un secondo papà"TUTTOmercatoWEB.com
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lunedì 11 settembre 2023, 19:15News
di Marco Corradi

Nuova intervista per Javier Zanetti, che si intrattiene per un racconto a tutto tondo ai microfoni della RSI, la tv della Svizzera Italiana. I giornalisti vengono accolti nella sala dei trofei e la chiacchierata inizia così: "Diciamo che siamo in una sala che porta grandi ricordi e grandi emozioni. Aver contribuito a tanti successi e rimanere nella storia del club per me è molto importante. L'essere il giocatore che ha vinto di più con la maglia dell'Inter mi riempie d'orgoglio. Quando sono arrivato dall'Argentina ho fatto tutta la mia carriera indossando un'unica maglia e lo porterò sempre con me".

Lei oltretutto era arrivato come "controfigura" di Sebastian Rambert.

"Lui era più conosciuto, il capocannoniere dell'Independiente e un ottimo attaccante in Argentina. Il destino ha voluto che io facessi una carriera da protagonista sin dal 1995". 

Da capitano a dirigente del club, cosa si prova?

"Il mio percorso nell'Inter lo divido in due tappe. Importante quello da giocatore ed affascinante quello da vicepresidente. Mi sono dovuto preparare ed ho studiato, perchè ci sono grandi responsabilità sia dal punto di vista sportivo che dal lato economico e della crescita del club. Ho imparato a rendermi utile anche così. Sono un riferimento del club? Conoscendone valori e DNA, è normale essere visto così. Ogni volta che parlo coi ragazzi e col mister, mi rendo conto di quanto ognuno contribuisca al bene dell'Inter". 

La correttezza è stata uno dei suoi tratti distintivi.

"Ci ho sempre tenuto alla correttezza e al rispetto per compagni ed avversari. Tanti bambini prendono i calciatori come esempio e dobbiamo sempre stare attenti a come ci si comporta, in campo e fuori. Essere presente ad ogni torneo Fair Play mi fa un grande piacere, si vede che la mia realtà e lealtà extra-campo viene riconosciuta. 

Tanti interisti hanno tatuaggi col suo volto o un suo autografo. 

"Questo mi fa un grandissimo effetto. Mi è capitato recentemente di andare ad una festa e tanti ragazzi avevano questi tatuaggi. La cosa emoziona, dimostra di avere un legame molto forte con l'Inter". 

Sul Mondiale vinto dall'Argentina in Qatar.

"In finale mi avevano invitato in una trasmissione dove ho dovuto fare una promessa in caso di successo, e io ho deciso di presentarmi per una volta con un'altra pettinatura. L'ho fatto con grandissima felicità perché vivere quel Mondiale da vicino e provare quelle emozioni è stata una cosa unica".

Ha il rimpianto di non aver vinto nulla con la Nazionale?

"Sì, però per l'Argentina ho dato tutto. Il fatto di difendere la Nazionale in ogni parte del giorno è una vittoria. La mancata convocazione per i Mondiali 2010? Diego Maradona per tutti gli argentini è diventato una fonte di ispirazione, mi ha portato in nazionale. C'è il rammarico per non aver giocato il Mondiale in Sud Africa, ma sono scelte che bisogna accettare e andare avanti".

Un pensiero su Giacinto Facchetti.

"Una persona straordinaria, che con la sua presenza ad Appiano Gentile faceva respirare la storia dell'Inter. Averlo conosciuto è stata una cosa bellissima, ricordo le nostre chiacchiere su cosa significasse vestire la maglia nerazzurra ed esserne capitano". 

Un pensiero su Moratti.

"Per me è come un papà. Mi ha portato all'Inter da sconosciuto, ha creduto in me e ha avuto sempre grande fiducia nel mio percorso all'Inter". 

La cosa indimenticabile di questi 50 anni?

"Sportivamente parlando la notte di Madrid, il fatto di riportare la coppa a Milano sarà sempre indimenticabile. A livello umano, la nascita dei miei figli; momenti che rimangono per sempre. Mourinho? Il nostro condottiero. In quei due anni abbiamo fatto cose straordinari e scritto pagine indimenticabili".

Ha cercato di convincere Leo Messi a venire all'Inter, poi però è andato all'Inter Miami.

"Con lui c'è un rapporto molto bello, ci siamo conosciuti quando ha mosso i primi passi nella Nazionale e si vedeva che era un fenomeno. Ho fatto un tentativo, ma non è andata a buon fine. Leo è un ragazzo straordinario, che ci sorprende sempre di più in campo".