Sentenza Diarra, l'avv. D'Avanzo: "Decisione non cambia principi del sistema di trasferimento"
La sentenza della Corte di giustizia dell'Ue sulle norme della Fifa sui trasferimenti dei calciatori tra club, definite "contrarie al diritto dell'Unione europea", può cambiare le regole del calciomercato europeo? L'avvocato Katia D'Avanzo ne ha parlato nell'intervista esclusiva rilasciata a L'Interista:
Il suo parere sulla sentenza-Diarra?
"La sentenza C-650/22 della Corte di Giustizia Europea, ha sancito che la parte delle norme contenute nel Regolamento sullo status e trasferimenti dei calciatori FIFA è da considerare un ostacolo alla libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea, legato alla libertà dei lavoratori di stipulare contratti con altri club calcistici, e presenta un elevato grado di nocività rispetto alla concorrenza che le società di calcio professionistiche potrebbero esercitare assumendo unilateralmente giocatori già impiegati da una società o giocatori il cui contratto di lavoro sarebbe risolto senza una giusta causa. Secondo la Corte, quindi, i trattati che regolano il funzionamento dell'Unione Europea vanno interpretati in opposizione a queste norme a meno che non venga dimostrato che la FIFA non le applichi per perseguire la regolarità delle competizioni calcistiche e a meno che non venga dimostrato che un terzo club ha indotto il calciatore a risolvere il contratto".
E la FIFA?
"La FIFA si è detta soddisfatta che la legalità dei principi chiave del sistema di trasferimento sia stata riconfermata dalla sentenza, che mette in discussione solo due paragrafi di due articoli del regolamento Fifa sullo status e trasferimento dei calciatori, mentre il sindacato internazionale dei calciatori FIFPRO ha dichiarato che parti centrali del regolamento FIFA sono incompatibili con il diritto dell’UNIOPNE Europea, motivo per cui la FIFA sarà costretta a modificare questa pratica, chiaramente solo con l’accordo delle parti sociali. La decisione non cambia affatto i principi fondamentali del sistema di trasferimento, considerato che restano i vincoli da applicare al caso concreto, soprattutto che non venga dimostrato che la FIFA non applichi dette norme per perseguire la regolarità delle competizioni calcistiche a meno che non venga dimostrato che un terzo club ha indotto il calciatore a risolvere il contratto".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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