Man City, Guardiola al bivio: "Sanno che non mi dimetterei, dovrebbe esonerarmi il club"

Non ha mai vissuto nulla di simile in carriera, eppure Pep Guardiola deve inventarsi qualcosa per tirare fuori se stesso e il Manchester City dai guai. Il tecnico dei citizens sta metabolizzando ancora il brutto ko subito a Torino contro la Juventus in Champions League (2-0) e la classifica comincia a farsi tragicomica, visto il 22esimo posto attuale. Ora però non c'è tempo per rimuginare su quanto accaduto su campo europeo perché la Premier League non aspetta nessuno, nemmeno il Liverpool delle meraviglie di Arne Slot. E se i 4 volte di fila campioni d'Inghilterra intendono tornare a fare la voce grossa in campionato, dovranno tornare alla vittoria.

Ma questa volta ci sarà il Manchester United, per un derby dal sapore ancora più speciale e dalla valenza inaudita. Perché una sconfitta contro gli acerrimi rivali peggiorerebbe ulteriormente la situazione e Guardiola non può permetterselo. Tra l'altro, l'allenatore spagnolo non è in discussione, visto il recente rinnovo biennale firmato. Anche se di questo passo molto potrebbe cambiare: "I proprietari sanno che quando la situazione è brutta e iniziamo a perdere partite, allora non è sostenibile. Quindi non sarei qui - ha detto ai microfoni di Sky Sports UK - il mese prossimo o nei prossimi due mesi se non dovessimo cambiare marcia".

"Lo dicono i risultati, e questa è la realtà - ha aggiunto -. Non possiamo perdere eternamente le partite. Forse per quello che abbiamo fatto in passato la gente pensa che non verrò mai esonerato, ma veniamo giudicati quotidianamente come tutti gli altri allenatori". Sulla sua posizione: "Il club sa che non mi dimetterei, dovrebbe esonerarmi il club. Io voglio stare vicino ai giocatori. Voglio essere accanto a loro. Abbiamo perso molte partite, più di quante ne abbiamo perse in due stagioni. Sta succedendo qualcosa che non va, ma metto me stesso al primo posto e penso a cosa posso fare meglio".