La personalità del padre, i riflessi da gatto: Stankovic cresce, Di Francesco la miccia
E' presto per rispondere alla domanda che in tanti fra i tifosi dell'Inter si staranno facendo in questo momento, ovvero: ma Filip Stankovic può o poteva essere un profilo da far crescere a Milano?
Sicuramente non è presto per dire qualcosa in merito al classe 2002. Anzitutto che il passaggio in Olanda, al Volendam, sia per lui che per Oristanio è stato un tratto fondamentale per crescere, avendo spazio e minuti in un contesto competitivo. Il percorso dell'estremo difensore è un continuo passo in avanti. Una volta lasciata la Primavera dell'Inter infatti, ha dapprima conquistato la promozione in massima serie olandese, poi la salvezza sempre al Volendam e sempre da titolare, poi volendo tornare in Italia si è rimesso in gioco alla Sampdoria, diventando anche lì titolare e lasciando ottime impressioni. Infine la scelta più difficile: accettare la sfida del Venezia, per provare ad essere titolare in Serie A, nonostante in Laguna andasse scalzato un eroe della promozione come l'esperto Joronen.
Detto, fatto. La miccia è stata sicuramente quella accesa dal tecnico arancioneroverde Eusebio Di Francesco, uno che non si fa certo tanti problemi a lanciare e valorizzare i giovani. Sì perché qualche incertezza dovuta all'età va messa in conto, c'è stata e ci sarà ancora da qui in avanti. Eppure le sue qualità stanno venendo fuori. Il coraggio, prima con i piedi e poi l'atteggiamento e poi con la comunicazione verbale alla difesa veneta. La personalità è sicuramente quella del padre Dejan, parliamo di uno che ama prendersi le responsabilità. Infine chiaramente i riflessi: ieri contro il Cagliari, un po' come fatto a San Siro contro l'Inter, si è preso la scena.
Stankovic oggi si può considerare, così come detto dal ds del Venezia Antonelli, un giocatore del suo attuale club, l'Inter su di lui ha mantenuto il diritto al 50% sulla futura rivendita.
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