Inchiesta ultrà, biglietti e malavita in curva: l'Inter sceglie la linea del no comment
Vige la regola del "no comment" in casa Inter dopo i fatti degli ultras di Curva Nord e Sud di Milano. Il blitz all'alba scattato dopo una lunga serie di inchieste da parte della Procura milanese sulle infiltrazioni mafiose nelle curva di San Siro, ha dato origine a una catena di indagini che sono inevitabilmente penetrate all'interno della società.
Presenti in sede di Lega Serie A a Milano, la dirigenza nerazzurra alla presenza di Giuseppe Marotta e Alessandro Antonello non ha risposto a nessuna questione riguardante l'argomento dell'inchiesta ultras. Un silenzio che contemporaneamente è arrivato a Appiano Gentile durante la conferenza stampa di Simone Inzaghi tenuta per presentare la partita Inter-Stella Rossa di domani sera (martedì 1 ottobre) a San Siro. Il tecnico nerazzurro ha asserito: "Sulle intercettazioni e quanto successo, la società ci ha chiesto di non dire niente visto che ci sono indagini in corso".
Le prime ricostruzioni sui reati commessi
Le indagini della Procura di Milano sono partite dall'omicidio di Antonio Bellocco, tifoso interista legato alla 'ndrangheta, avvenuta a Cernusco sul Naviglio lo scorso 4 settembre. Ad ucciderlo fu Andrea Beretta, altro tifoso legato alla Curva Nord nerazzurra. Questo il primo indizio che ha portato a capire ai legami della Curva con i clan criminali calabresi.
Stando alle prime ricostruzioni, fra i reati sui quali si stanno facendo accertamenti ci sarebbero estorsioni sulla vendita dei biglietti, "pizzo" sui ricavi dei parcheggi in zona stadio, accordi tra gruppi interisti e milanisti per la vendita delle bibite a San Siro. Queste sarebbero, peraltro, solo alcune delle contestazioni agli arrestati, tra i quali Marco Ferdico, membro della Nord e strettamente legato a Bellocco, Luca Lucci, capo ultras del Milan, e Christian Rosiello, il bodyguard del cantante Fedez (quest'ultimo non ha alcun coinvolgimento nell’operazione). E poi ancora Rosario Calabria, Antonio Trimboli, Nino Ciccarelli, storico capo ultrà interista, Domenico Bosa, Loris Grancini, capo ultrà della Juventus. Obiettivo delle perquisizioni anche Giancarlo Lombardi, detto "sandokan" ex capo ultrà rossonero. Perquisita anche la casa a Pioltello, nel Milanese, dello stesso Bellocco, ucciso da Beretta.
Il caso dei biglietti della finale di Champions League a Istanbul
A quanto pare i capi ultrà dell'Inter, "avrebbero esplicitamente chiesto a Inzaghi", l'allenatore dell'Inter, "di intervenire con la Società, o meglio direttamente con Marotta", presidente nerazzurro, "al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti" per la finale di Champions di Istanbul dello scorso anno. Lo si legge nell'ordinanza cautelare sul blitz contro gli ultras, che fa riferimento ad intercettazioni del maggio del 2023. Gli ultrà, si legge ancora negli atti, avrebbero ottenuto "la promessa di Inzaghi di intercedere con i vertici Societari".
Secondo quanto riportato da ANSA inoltre, le indagini "hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo". Indagini su questo fronte che si sono concentrate soprattutto negli anni "2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)". Lo si legge nell'ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro, che oggi ha portato a 19 misure cautelari, sgominando gli affari illeciti delle curve interista e milanista.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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