ESCLUSIVA - D'Alfonso: "Stadio, Inter e Milan non otterranno niente prima di due anni"
Nelle stesse ore in cui il Barcellona comunicava di aver approvato il progetto di restyling del Camp Nou, con il voto favorevole dei suoi 48.683 soci, Inter Milan hanno reso nota la scelta del progetto "Cattedrale" per la costruzione del nuovo stadio.
“L’ufficializzazione della vittoria dello studio Populous non è niente di più che un divertissement di Inter e Milan”. È il commento, lapidario, dell’ex assessore della giunta Pisapia Franco D’Alfonso, che abbiamo contattato in seguito all’annuncio.
In che senso?
“Nel senso che dal punto di vista procedurale è un atto inesistente”.
Qual è il problema di fondo?
“Il punto è che i club stanno cercando di seguire la legge stadi, che è una procedura di tipo commissariale, che cerca di scavalcare i consigli comunali. Sa quanti progetti sono realizzati seguendo questa legge?”
Me lo dica lei…
“Nessuno. È una legge fatta malissimo, che dovrebbe funzionare per aiutare dei Comuni che non riescono a fare delle istruttorie veloci, quindi dei Comuni medio-piccoli. Il risultato è che dove sono riusciti a realizzare stadi nuovi in proprietà, Reggio Emilia, Udine, Bergamo, non mai è stata usata la legge stadi”.
Il caso di Milano non potrebbe rappresentare l’eccezione?
“Qui vogliono fare il nuovo impianto e nuove volumetrie su un terreno pubblico, non su un terreno privato. Nella delibera di Giunta è scritto chiaro che le parti economico finanziaria, urbanistica e quella legata ai servizi offerti, vanno ripresentate da capo”.
Questo cosa comporta?
“Vuol dire che anche gli uffici competenti devono ricominciare dall’inizio e riesaminare tutto, dando un parere dopo il quale la Giunta potrà esprimere nuovamente il pubblico interesse dell’opera. I club devono presentare un progetto esecutivo, che non è un progetto definitivo. Personalmente non ho mai visto nessuno presentare un progetto definitivo, con qualche milione di euro di costo correlato, senza avere il titolo definitivo per costruire”.
Che tempi avrebbe questo iter?
“A essere ottimisti: un anno. Poi si deve fare la gara pubblica e successivamente passare in Consiglio Comunale per votare: il diritto di superficie, la probabile vendita di aree e la variante urbanistica. Si tratta di tre delibere diverse, e sto facendo finta che non ci siano tutti i ricorsi che è praticamente certo che ci saranno. In sintesi: Inter e Milan non otterranno niente prima di due anni, come minimo”.
Cosa propone?
“È indispensabile una regia pubblica per tutta la durata dell’intervento. Senza si rischia di salire sulla Transiberiana passando per Vladivostock per andare a Figino. La regia pubblica è una tutela anche per i privati. Il progetto dello stadio è molto importante e riguarda un ottavo della città, con aree pubbliche, verde, case popolari. La nostra proposta è costituire una società sull’esempio di Arexpo, che garantisce il partenariato”.
Che vantaggi avrebbe rispetto alla legge stadi?
“Seguire la legge sul partenariato pubblico privato vuol dire costituire una società pubblica al 100 per cento e coinvolgere i privati con la cessione con bando pubblico del 49 per cento delle quote e della gestione della società mediante aumento di capitale, quindi attraverso un apporto di denaro utilizzabile direttamente per lo sviluppo del progetto. Chi volesse partecipare al bando presenterebbe dei progetti esecutivi e finali, che verrebbero poi realizzati dal soggetto aggiudicatario. Una volta aggiudicato la storia è finita, si parte con l’esecuzione dell’opera”.
Quali sarebbero i tempi di un’operazione di questo tipo?
“Entro otto o nove mesi sarebbe pronta la società che si occuperebbe direttamente della realizzazione dello stadio. Si verrebbe a disporre in tempi rapidi di un veicolo societario con una liquidità più che sufficiente per procedere con i tempi necessari alla ristrutturazione o a nuova costruzione dello stadio senza necessità di contestuale edificazione delle volumetrie previste dal Pgt, consentendo al contempo ai privati di ridurre notevolmente l’impegno finanziario e la stessa entità dell’investimento”.
Alla gara potrebbero partecipare anche altri soggetti oltre ai due club?
“Certo. Una gara fatta in questa maniera toglierebbe dal campo l’inutile derby palabratico, come direbbe Gianni Brera, tra chi vuole ristrutturare San Siro e chi vuole costruire un nuovo impianto. Gli uni e gli altri potrebbero partecipare al bando col proprio progetto. Sarebbe così interessante da sollecitare ovunque iniziative, idee e risorse, e non si tratterebbe di un caso mai visto: pensate allo Staple Center di Los Angeles, il cui proprietario è la AEG (Anschutz Entertainment Group) che ha una ventina di palazzetti nel mondo, dentro il quale giocano a basket i Los Angeles Lakers ed i Clippers, la squadra di hockey fanno concerti, boxe e quant’altro. Nel mondo esistono i gestori di arene, che poi fanno gli accordi con le squadre”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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