Adriano: "Ero depresso, dissi a Moratti che non volevo rubare dei soldi a lui e all'Inter"
Nel suo intervento ai microfoni di Globo, prima della sua gara d'addio, Adriano si espone e confessa di aver sfiorato il Pallone d'Oro: "Mi sono avvicinato all'elite mondiale e a quel premio. Non è per vantarmi, ma ci sono andato vicino perché me lo sono meritato. All'epoca persi contro Shevchenko ed ero sconvolto. Non per colpa sua, che è anche un top, ma ho vinto più titoli di lui. Non so se è perché ero ancora molto giovane, ma non porto rancore. Ho potuto fare tante cose buone sul campo. Ho imparato molto da Prandelli al Parma per fare gol. Ho fatto un'esperienza molto veloce da attaccante al Flamengo, sono arrivato molto presto e sono arrivato all'Inter senza essere davvero preparato. Prandelli ha visto qualcosa e mi ha aiutato tanto".
L'Imperatore racconta anche il suo addio all'Inter: "Ero depresso, sono tornato e ho avuto nuovamente quella voglia di tornare in Italia. Ma lo stesso Mourinho mi ha detto: "Il giorno in cui sarai convocato per la partita della Nazionale brasiliana, so già che non tornerai". E non sono tornato indietro perché proprio non avevo la testa giusta e non avevo intenzione di rubare soldi a Moratti. Guadagnavo molto bene, avevo altri quattro anni di contratto e il mio stipendio aumentava ogni anno. Mio padre e mia madre non mi hanno cresciuto così. Mi ha chiamato e gli ho detto che non avevo più né la testa né il cuore per continuare. Nello stesso tempo sono andato a discutere per pagare la clausola rescissoria, che era molto alta, ma lui mi ha detto di lasciare stare e non ho pagato nulla. C'era affetto e rispetto".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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