Altafini: "VAR, la gestione del fuorigioco non mi va giù. Propongo di fare come nell'ippica"

Altafini: "VAR, la gestione del fuorigioco non mi va giù. Propongo di fare come nell'ippica"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 14:44News
di Alessandra Stefanelli

Josè Altafini, in una intervista concessa a La Stampa, spiega così l'importanza dei cambi nel calcio moderno: "Chi subentra ha l’opportunità di capire in che direzione sta andando la gara, come poter mettere in difficoltà gli avversari dopo averli studiati. Non è solo una questione di freschezza, fondamentale è saper leggere la partita".

Molti allenatori sostengono di non voler più fare distinzioni tra titolari e riserve. È davvero così?
"Magari qualcuno lo pensa sinceramente. Io però credo che ci siano dei giocatori che non andrebbero mai sostituiti se non per infortunio, mi riferisco a quei centravanti che magari non toccano un pallone per 89 minuti e poi gli basta un lampo per cambiare una partita. Penso a centravanti come Lukaku e Vlahovic. Lo diceva pure Leonidas, una leggenda del calcio brasiliano, quando da commentatore parlava anche di me".

Oggi le sostituzioni sono diventate cinque. Troppe?
"Non lo so, forse ora è giusto così considerando quante partite si giocano e i pochi giorni a disposizione per rifiatare. Una volta bastavano un portiere, un difensore e un attaccante in panchina, ora ci sono quindici giocatori. Diciamo che sono altri i fattori che proprio non mi vanno giù del calcio moderno".

Per esempio?
"La gestione del Var, soprattutto a proposito del fuorigioco. Come si fa a pensare che un tacchetto o una mano possano far scattare il fuorigioco? Il vantaggio per chi attacca c’è solo se tutto il corpo è davanti all’ultimo difensore, si dovrebbe fare la foto come nell’ippica se proprio si vuole ricorrere alla tecnologia. Poi serve chiarezza, una volta non si parlava di posizione passiva o attiva, con un giocatore oltre la linea era sempre fuorigioco. Ed era tutto più chiaro".