Triplete o zero tituli? Lo stesso dubbio del 2010. Ma la vittoria di Inzaghi è competere

È bastato mostrare tre dita in conferenza stampa, per scatenare la giostra: in una settimana la parola "Triplete" è entrata in centinaia di articoli, ma anche in domande e risposte dei tesserati dell'Inter. Giusto così, fa parte del gioco.
Oggi c'è la prima sentenza per sapere se la truppa di Inzaghi potrà continuare ad inseguire il sogno e l'Inter ha indirizzato come meglio non poteva il discorso qualificazione nel match d'andata contro il Feyenoord. Se c'è una cosa che la partita con il Monza ha insegnato però è che non esistono partite scontate: questa Inter sembrava aver bisogno di uno schiaffo per reagire ed i due gol brianzoli hanno avuto effetto, ma la musichetta della Champions è solitamente un deterrente sufficiente per evitare cali di tensione.
Certo, dopo la vittoria del Napoli contro la Fiorentina il dubbio che può sorgere è un altro. E se, dopo tanto lottare in mezzo ad un calendario folle, anziché vincere tutto l'Inter restasse con poco o nulla in mano? Vista la serrata lotta scudetto il dubbio è più che mai lecito, dato che a questo punto ogni piccolo inciampo potrebbe fare la differenza fra la vittoria di un titolo e la sconfitta. È bene ricordare una cosa però: nei primi giorni di maggio del 2010, lo stesso dubbio venne all'armata di José Mourinho. Tanti impegni, una squadra stremata dalle mille battaglie, sorpassi e contro sorpassi in vetta al campionato contro la Roma. Il rischio c'era, come c'è oggi.
Per i giudizi dunque è bene aspettare la fine. D'altronde anche quella Inter era obbligata a vincere dato il valore della propria rosa rispetto alle principali rivali, ma a ripensarci oggi, a chi importa il fatto che abbia vinto solo con una rete nel secondo tempo dell'ultima giornata di campionato? Ha vinto, tanto basta.
Lo stesso tremendo ragionamento attenderà al varco l'Inter di oggi, senz'altro. Ma una vittoria Simone Inzaghi l'ha già ottenuta e non può non essere rimarcata, pur se le critiche è giusto non lesinarle, quando devono essere mosse. Parlo dell'abitudine di questa squadra a dover competere su tutti i fronti. In questo il lavoro del tecnico nella valorizzazione di giocatori oggi considerati di altissimo livello, non va dimenticato. Perché è bene ribadire che farlo con una squadra basata su giovani fatti esplodere e parametri zero non può essere dato mai per scontato ed è la miglior garanzia anche per l'Inter 2025/26.
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