Inchiesta ultras, Zanetti smentisce la soffiata a Ferdico: "Non è vero"
Rispetto all’audizione di mercoledì di Simone Inzaghi, quella di ieri pomeriggio di Javier Zanetti ha avuto una durata quasi doppia. Il vicepresidente per quasi due ore ha risposto alle domande della Dda sulle pressioni dei capi ultras sul suo club: anche lui non è indagato nell’inchiesta ed è stato sentito come persona informata sui fatti.
Zanetti si legge su La Gazzetta dello Sport - ha chiarito che Marco Ferdico, ora in carcere con aggravante mafiosa, gli aveva effettivamente "accennato la questione" biglietti per la finale di Istanbul. "Io ne parlai con la base della dirigenza, non con Marotta", ha messo a verbale l’ex capitano, chiarendo che la "situazione" dei tagliandi era già nota alla società e che lui non aveva "compiti esecutivi nel board". Anche Zanetti ha aggiunto di non aver subito mai pressioni o minacce: tra blitz fuori Appiano, video da omaggiare e appuntamenti pubblici, vedeva gli ultras sempre in un clima "tranquillo".
Passaggio più delicato, continua la rosea, quello sulla presunta soffiata alla curva su una indagine a loro carico dopo l’omicidio Boiocchi. "Non è vero", ha negato Zanetti quando gli è stata letta la chiamata incriminata tra Ferdico e Marco Materazzi. Escluso ogni contatto pratico con Antonio Bellocco, rampollo di ‘ndrangheta e ultras ucciso il 4 settembre. "L’ho visto una volta, me lo hanno presentato altri della curva, in una situazione conviviale", ha chiarito.
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