Barella: "Io in lizza per il Pallone d'Oro? Lo devo all'Inter, ma a volte sono troppo impulsivo"
Dal ritiro con la Nazionale italiana del neo tecnico Luciano Spalletti, il centrocampista dell'Inter Nicolò Barella ha esordito così in conferenza stampa al pensiero di tornare a vestire la maglia azzurra: "È un grandissimo onore e una grande emozione venire qui a Coverciano ed essere convocato in Nazionale. Il fatto di essere entrato nella lista dei 30 del pallone d'oro lo devo all'Inter. Ai miei compagni e al tecnico. Con la Macedonia sarà una gara difficile. Li abbiamo già incontrati purtroppo, ma ora è un altro corso" - le prime parole raccolte da Il Corriere dello Sport.
Sulle differenze tra Mancini e Spalletti.
"Ogni mister ha le sue caratteristiche. Ora starà a noi interpretarle. Non ci ha detto niente di particolare. Io continuerò a fare il mio calcio, fatto di grinta ed inserimenti. Magari cercando di fare qualche gol in più".
Che tipo di vino sarebbe la Nazionale?
"Sicuramente un toscano (ride ndr.), probabilmente un vino elegante, come un Brunello".
Il derby alla ripresa del campionato, ma in Nazionale non ci sono giocatori del Milan.
"È strano, ma forse è meglio così. Così poi quando ci incontreremo, saremo pronti a dare tutto".
Il rapporto con il nuovo commissario tecnico.
"Lo scorso anno ha vinto lo scudetto, ha espresso insieme al Manchester City il miglior calcio. Che idee ci ha dato? Le idee non riguardano solo la palla, ma anche la fase difensiva e i movimenti. Bisogna prenderle e sfruttarle. Ma non posso dirle".
Il cammino in Champions League con l'Inter può aiutare a livello di esperienza, anche in funzione della Nazionale?
"È stata una bellissima esperienza. Giocare contro le squadre più forti d'Europa aiuta a migliorare. A prendere anche qualcosa dagli avversari. E' stato uno step graduale, e nell'ultimo anno sono migliorato. Devo ancora migliorare a livello caratteriale: a volte sono troppo impulsivo".
Qualcuno di voi si è accorto delle insofferenze di Mancini?
"Noi abbiamo sempre e solo pensato al campo. A giocare. Non posso fare altro che ringraziare mister Mancini. Ha creduto in me quando ero ancora a Cagliari. La vittoria dell'Europeo ci legherà per sempre. Ora c'è un altro corso, con un allenatore diverso e idee diverse. Ho visto grande disponibilità da parte di tutti e credo che il mister sia contento di questo".
Sulla mancata qualificazione degli azzurri al Mondiale contro la Macedonia del Nord.
"Abbiamo sentito il peso della gara. Tutti pensavamo che non fosse giusto essere li. Volevamo chiuderla subito e avevamo poi la preoccupazione che a distanza di tre giorni ci sarebbe stata un'altra gara. Ci sono stati troppi fattori che ci hanno fatto perdere lucidità".
È l'unico italiano nella lista del pallone d'oro.
"Sono lieto di rappresentare l'Italia in questa lista. Sicuramente qualcun altro italiano avrebbe meritato di esserci. Posso solo aggiungere di essere orgoglioso di essere in quell'elenco e ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato".
Luciano Spalletti, nella sua carriera, ha trasformato dei centrocampisti in veri e propri trequartisti. Sei pronto a provare questa esperienza?
"Penso di essere pronto. Già mister Inzaghi mi chiede di fare movimenti di questo tipo: se dovesse chiedermi di giocare in quella posizione, cercando di inserirmi in attacco, sarei pronto".
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