Inzaghi non molla e insiste: avanti col 3-5-2. Correa avvisa la DzeLa

Un incontro rapido e informale, ma utile per ricaricare le pile e ribadire la fiducia reciproca. Simone Inzaghi è uscito rinfrancato dalla visita alla sede nerazzurra dello scorso giovedì: Steven Zhang, numero uno della Beneamata, gli ha ribadito la massima fiducia. Un segnale importante in un momento delicato della stagione: c'è da raccogliere quanto seminato finora, e aldilà dei passi falsi delle ultime settimane, il lavoro del tecnico piacentino è giudicato positivamente dalla proprietà. Il cammino europeo ha soddisfatto Suning, e dopo le cessioni estive, ritrovarsi nella volata scudetto non era assolutamente scontato. 

Fiducia e nessun cambio di modulo: Inzaghi prosegue nella sua strada

La gara del 3 aprile con la Juventus ha assunto inevitabilmente una importanza rilevante: battere i bianconeri vorrebbe dire rilanciarsi e mettere pressione capolista. Senza dimenticare il jolly, ossia il recupero col Bologna di Mihajlovic che molto probabilmente si disputerà il 27 aprile salvo clamorose sorprese. L'ambiente interista, curva compresa, ha la massima fiducia in Inzaghi, il quale chiederà alla squadra un ultimo sforzo: lo si deve a se stessi per non trasformare in negativa una stagione fin qui ampiamente sufficiente. Le prestazioni, almeno a sentire l'ex allenatore della Lazio non sono mai mancate: questo aspetto tranquillizza molto lo staff del tecnico: ritrovare l'Inter di novembre/dicembre è possibile. Per questo Inzaghi non ha intenzione di usare il pugno di ferro o rompere gli schemi del passato. Il modulo resterà il solito, ossia il 3-5-2, per buona pace di Gosens, il quale dovrà ancora alternarsi con Perisic sulla sinistra. La carta a sorpresa per l'attacco potrebbe essere Joaquin Correa, reduce da una prestazione positiva con l'Argentina: Dzeko e Lautaro sono avvisati. Da qui alla fine nessuno avrà il posto assicurato in attacco.