Dimarco svela: "Con Conte non giocavo mai: l'ho supplicato di cedermi"

Dimarco svela: "Con Conte non giocavo mai: l'ho supplicato di cedermi"TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 19:30News
di Daniele Najjar

Nel corso dell'intervista rilasciata al podcast "The BSMT" di Gianluca Gazzoli, l'esterno dell'Inter, Federico Dimarco, ha parlato di alcuni suoi trascorsi in nerazzurro, in particolare riguardo al periodo in cui Antonio Conte era allenatore.

C'è gente che ha mollato per molto meno. Cosa succede nella testa di un giocatore che è cresciuto nell'Inter e poi ha questo tipo di percorso? Cosa pensavi e cosa ti motivava?

"A Sion volevo smettere, dopo le cose che mi erano successe. Mi sono detto: ma chi me lo fa fare di soffrire così. A volte dici quello che pensi, ti guardi dentro e io avevo un solo obiettivo: far ricredere chi non credeva in me. E alla fine, col mio percorso, ci sono riuscito. Dopo Parma sono tornato all'Inter con Conte".

C'è stato un punto in cui hai invertito la tendenza?

"A Parma mi ero fatto conoscere, ma non è stata quella la svolta. Quando rientro all'Inter Conte, dopo qualche allenamento, mi dice: "Fede, voglio che rimani". Io ero gasato e spiazzato, ma nei sei mesi non ho giocato quasi mai. A gennaio ho dovuto supplicarlo per andar via, perché all'inizio non mi voleva far partire. Erano arrivati Moses e Young, vado a Verona. Era bello stare all'Inter, ma non mi sentivo a mio agio e mi sentivo inadatto per stare lì, semplicemente non ero pronto. Ho chiesto il prestito e da lì sono stato un anno e mezzo a Verona, quella è stata la svolta".

Cos'è successo, che ha funzionato?

"Un insieme di cose. Un mister che mi ha dato la possibilità di esprimere le mie qualità, il direttore che è stato chiaro fin dall'inizio dicendomi che mi aveva preso come titolare e aveva fiducia. Infatti ogni volta che vedo sia il mister Juric e Tony D'Amico li saluto con affetto". 

Ti hanno dato fiducia

"Andare a Verona è stata una mia scelta personale. Nella mia piccola carriera non mi sono mai fatto consigliare da nessuno. Potevo perdermi ancora, ma ero convinto che con quell'allenatore e quel modo di giocare potevo svoltare, ed è successo, anche se con grande fatica. A Verona son stato veramente bene. C'è stato il COVID di mezzo, ma è una città che mi ha dato tanto. mi dispiace aver giocato con lo stadio vuoto, hanno un bel tifo. Spero di essere rimasto nel cuore dei veronesi".