Da Gianni Agnelli a Peppino Prisco: alle origini della rivalità tra Inter e Juventus
Scontri e polemiche sono il sale del derby d'Italia, che ha senza dubbio avuto due figure-cardine. Da un lato Gianni Agnelli, dall'altro Peppino Prisco. I volti di una storia fatta di frecciatine, faccia a faccia, liti continue. L'Avvocato non si scordò mai il suo primo derby d'Italia, vinto 4-1 con poker di Hirzer nel 1925, così come il 9-1 degli anni Sessanta e lo scippo...
di Platini: Le Roi era il grande obiettivo nerazzurro e Mazzola l'aveva praticamente preso, ma si inserì la Juventus e Fraizzoli decise di non fare aste. "Platini lo abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras", disse Agnelli, salvo poi andare di stoccatine quando Pellegrini diventò presidente dell'Inter negli anni seguenti. E poi Peppino Prisco, l'emblema dell'interismo, l'uomo delle frasi ad effetto contro la Vecchia Signora: "Quando stringo la mano a un milanista la lavo, quando la stringo a uno juventino conto le dita", o ancora "Sono tifoso dell’Inter e di tutte le squadre avversarie che a turno incontrano la Juve". Simboli di una rivalità che è cambiata nel tempo, inasprita dal Ceccarini-gate e da Calciopoli, ma che tuttora anima la Serie A.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati