Ausilio: "Cuadrado ha deciso di operarsi. Dopo la Lazio decideremo come intervenire"
Intervenuto durante la cerimonia di consegna del IX premio sportivo Fortunato De Agazio a Vibo Valentia, il direttore sportivo nerazzurro Piero Ausilio ha raccontato della possibilità reale di intervenire immediatamente sul mercato invernale, a fronte dell'operazione a cui è destinato Juan Cuadrado e l'inevitabile stop di tre mesi almeno: "Dovrà subire un intervento chirurgico. Ha provato questi mesi a soffrire, ma questo problema non gli ha permesso di esprimersi per quelle che sono le sue qualità. Dopo l’ultimo consulto medico si è deciso di intervenire nella prossima settimana. La patologia al tendine non lo ha messo in condizione di esprimersi, a livello conservativo abbiamo provato a fare di tutto", le prime parole raccolte da Sky Sport.
Da Viale della Liberazione Ausilio si metterà in viaggio con la squadra tra ventiquattro ore per una ragione: "Da lunedì dovrò cominciare a pensare a qualcosa, non ci ho ancora pensato. Domani raggiungerò il mister e Marotta a Roma, poi dopo la partita con la Lazio metteremo la testa anche su questo problema che non ci aspettavamo. Se non ci fosse stato questo problema di Cuadrado non avremmo fatto mercato a gennaio. Nella prossima sessione, arriverà sicuramente un suo sostituto. Valuteremo bene se prendere un esterno o fare qualcosa di diverso. Ma deve essere un sostituto di Cuadrado".
Questo però non toglie il lavoro fatto dall'intero team dirigenziale la scorsa estate, tra entrate e uscite, e i frutti ottenuti già oggi: "Abbiamo una squadra forte e completa in tutti i reparti - ha continuato -. Lo stiamo dimostrando ampiamente in campionato e in Champions League con una qualificazione avvenuta con due giornate d’anticipo. Questo ci ha permesso di giocare le ultime due partite con serenità, riuscendo a preparare contemporaneamente al meglio il campionato".
In chiusura, poi, un accenno sul parco attaccanti dell'Inter e la fiducia riposta nei giocatori già presenti in rosa: "Abbiamo 4 giocatori importanti e siamo contenti per come stanno rendendo. Non dimentichiamoci che abbiamo in rosa un attaccante fortissimo che negli ultimi anni è stato utilizzato come centrocampista, ovvero Mkhitaryan. All’occorrenza c’è anche lui come quinto". Mai pensato di lasciare l'Inter? Piero Ausilio ha svelato la verità: "Ci sono stati momenti in cui ho pensato di prendere in considerazione altre cose, poi il troppo amore per questo club e il fatto che nessuno ha mai deciso di mandarmi via... Una nuova esperienza, soprattutto all'estero, mi stuzzicava. Vedermi in un altro club in Italia faccio un po' fatica, poi tutto è possibile. Sto bene all'Inter e spero di continuare tanti anni ancora".
Il dirigente sportivo nerazzurro ha proseguito toccando poi il tema delicato dei giovani in Italia, che per certi versi scarseggiano a considerare la Nazionale: "Non credo a questo discorso. E' comodo dirlo per giustificare a volte degli insuccessi o situazioni di difficoltà. I giovani ci sono ovunque, bisogna avere pazienza: non possiamo pretendere subito risultati alle prime presenze e che siano già pronti. Bisogna accettare gli errori".
Una menzione, poi, al Triplete del 2010, indimenticabile per qualsiasi cuore nerazzurro: "In quel periodo ero di supporto all'area tecnica e lavoravo a stretto rapporto con il direttore Marco Branca e il presidente Massimo Moratti. Oggi sarebbe troppo facile ricordare solo i trofei. Ci sono stati momenti delicati e decisivi sia per la Champions che per il campionato. Ricordo con grande piacere ed emozione due partite: la prima, coincisa con la mia prima trasferta al fianco della Prima Squadra da vice direttore sportivo, a Kiev, contro la Dinamo. Serviva solo la vittoria, e all'88' perdevamo 1-0: siamo riusciti a ribaltarla negli ultimi minuti con una squadra senza logica, ricordo che Mourinho mise in campo tutti gli attaccanti che aveva a disposizione. Si vinse 2-1 e l'ì iniziò la cavalcata verso la Champions. E poi un altro momento che non riguarda direttamente noi: eravamo stati scavalcati dalla Roma, eravamo tutti davanti alla tv, la Roma vinceva 1-0 a fine primo tempo contro la Sampdoria e alla fine perse 2-1. Per ringraziare Pazzini l'anno dopo lo portammo all'Inter".
Ma ci sono stati anche momenti più complicati da affrontare dietro la scrivania della sede dell'Inter, come ricorda Ausilio: "Sono stati anni difficili quelli del passaggio da Moratti fino alla nuova avventura di Suning e sono stati tanti. La Uefa ci ha messo nelle condizioni di lavorare con degli impegni economici da rispettare, il famoso FPF, che voleva dire sacrifici economici. Ne siamo usciti e siamo diventati una società migliore: abbiamo portato a casa trofei, abbiamo avuto grandissimi calciatori, c'è stata una finale di Champions League e ora abbiamo un'Inter ambiziosa, solida che guarda al futuro con grande positività. In Italia c'è una grande carenza di strutture. Le strutture sono poche e non adeguate: ho avuto la fortuna di girare il mondo e ho visto che siamo indietro da questo punto di vista. Bisogna mettere i giovani nelle condizioni di lavorare nelle migliori condizioni, dopo di che bisogna pensare agli allenatori, persone che devono insegnare calcio ai ragazzi. Troppe poche volte si parla di far crescere i ragazzi".
E ancora l'accenno al recente piazzamento da seconda classificata del proprio girone di Champions League e gli imminenti sorteggi agli ottavi che preoccupano: "Nella testa della gente, e soprattutto dei media, restano sempre e solo le ultime ore. L'Inter pareggia con la Real Sociedad e sembra un disastro. In realtà l'Inter si è qualificata con 2 giornate di anticipo e si è permessa di giocare senza obblighi. Certamente avremmo preferito arrivare primi ma poter preparare al meglio il campionato è un lusso che ci siamo permessi perché siamo stati molto bravi prima".
Slittando poi per un rimpianto assai curioso sul mercato in entrata: "Sicuramente Bremer. Era un giocatore su cui eravamo decisamente in vantaggio. Diciamo così, di più non posso dire. Poi vennero a mancare le risorse e il giocatore fu anche pagato tanto. Pur avendo un vantaggio con giocatore e Torino, decidemmo di non proseguire perché i costi a quel punto erano eccessivi". Con un riferimento all'obiettivo di mercato tanto rimbalzato negli ultimi giorni: "Djalò? È un profilo che stiamo seguendo. E' infortunato e non mi risulta che abbia già recuperato da questo infortunio. E' molto interessante, posso dire questo".
La chiusura definitiva con un commento sul campionato in corso e qualche bordata nemmeno tanto velata alle dirette concorrenti: "A differenza di altri, abbiamo la consapevolezza di essere forti ma vogliamo essere umili. Ma se dicessimo che giochiamo per arrivare quarti non saremmo onesti, l'Inter ha la qualità per avere quel tipo di obiettivo. Come tutte le altre che hanno il nostro stesso obiettivo anche se alcuni si nascondono un pochettino di più rispetto a quello che facciamo noi. Juve, Milan e Napoli non partivano con l'obiettivo di entrare tra le prime 4".
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