"Anche ad Ancelotti davano del bollito": Licari difende Inzaghi, confermato dall'Inter

Fra le colonne de La Gazzetta dello Sport il giornalista Fabio Licari ha commentato la situazione dell'Inter con particolare riferimento al futuro di Simone Inzaghi, per il quale il club ha fatto filtrare di avere fiducia indipendentemente dai risultati finali di questa annata.
"Di solito, quando va male, il finale per un allenatore è già scritto: tante grazie per i risultati, auguri e addio" - riflette - ". Sembra invece che l’Inter abbia scelto una strada meno emozionale: vada come vada,Inzaghi sarà confermato. Può darsi sia soltanto strategia per non affrontare il finale di stagione con protagonisti che svuotano l’armadietto e per compattare l’ambiente: il futuro nel calcio cambia ogni giorno. Ma forse è anche un giusto segnale di equilibrio: Inzaghi sarà valutato globalmente e non per l’ultimo folle mese", si legge.
Che sia giusto o sbagliato, Licari sottolinea: "Di sicuro Inzaghi non merita il processo quotidiano cui è sottoposto, o forse lo merita come tutti i colleghi top pagati più dei giocatori e ormai star del pallone. (...) Inzaghi non è quello arrivato dalla Lazio quattro anni fa. Tecnico giovane, promettente, bravo, ma ancorato a un minimalismo non sostenibile all’Inter. La gestione partita per partita nella quale è spesso insuperabile confliggeva con una visione non ancora grandangolare. L’enfasi nel puntualizzare su Coppa Italia e Supercoppa non era compatibile con una dimensione abituata all’Intercontinentale".
Più avanti nella sua analisi, poi conclude: "Inzaghi si gioca tanto in cinque giornate di campionato e due,forse tre, di Champions. Si può perdere con il Barcellona, più forte anche se più squilibrato, senza gridare allo scandalo. Sarebbe una sconfitta finire dopo il Napoli che arrivava dal decimo posto e l’altro ieri sembrava spacciato.Il finale dipende dal tecnico ma anche da testa e gambe dei giocatori non più tutti giovanissimi. Magari Inzaghi non vincerà niente: un secondo posto e due semifinali, non solo oggi, possono essere un fallimento. Ma definirlo bollito è un tantino esagerato. Lo dicevano anche di Ancelotti prima che andasse a Madrid".
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