ESCLUSIVA - Sindaco Sesto: "Inter e Milan ci pensano. Sgarbi? Qualcuno ha fatto male i conti"
Sembra non avere mai una fine, la questione stadio per Inter e Milan. Il progetto c'è, la decisione di farlo assieme anche. Quello che manca, però, è il via libera a poter partire e soprattutto la decisione di cosa fare con San Siro. Sullo sfondo rimane sempre l'ipotesi per i due club di portare avanti il tutto poco fuori Milano, a Sesto San Giovanni.
La redazione de L'Interista ha contattato il sindaco di Sesto, Roberto Di Stefano.
Ennesimi intoppi nel progetto-Cattedrale. Che ne dice?
"Dico che noi la disponibilità l'abbiamo data e continuiamo a darla. Stiamo rigenerando le aree dismesse più grandi d'Europa... Risolveremmo molte criticità, togliendo le castagne dal fuoco a Milano che ha il problema del doppio stadio, della zona già urbanizzata e congestionata. Poi sono club che devono prendere una decisione".
Si avrà la delibera della Giunta entro il 21 gennaio, secondo lei?
"Penso che la Giunta sicuramente darà parere favorevole. Le criticità della situazione sono altre. Le osservazioni che sono state presentate in consiglio comunale erano state concordate con i club: il parere secondo me sarà favorevole".
La criticità maggiore ora riguarda ciò che solleva Sgarbi?
"Secondo me quello è il punto essenziale. Dopo 70 anni una struttura rientra a tutela del bene storico e nel 2026 San Siro compirà 70 anni. E per il 2026 dovrà essere ancora lì, integro, per l'apertura delle Olimpiadi, perché sarà vincolato già dalla legge attuale. Significa che qualcuno ha fatto male i calcoli. E poi è San Siro...".
Difficile pensare di demolirlo, al di là di tutto?
"Avremmo la demolizione di una struttura che è nella vita e storia di Milano, come ha detto giustamente Sgarbi: San Siro è un monumento, ci sono passati Campioni del Mondo, Finali di Champions, giocatori che hanno fatto la storia del calcio. Non può essere demolito dall'oggi al domani".
Per Inter e Milan, secondo lei, quella di Sesto è più di un'idea? Come dimostra la visita di giugno di Cardinale...
"Assolutamente, ci stanno pensando. Soprattutto per le tempistiche e come ritorno dell'investimento. Il Fondo Americano che vuole fare l'investimento la prima cosa che guarda è proprio questa: il ritorno delle cifre pagate. E qui avrebbe una situazione di certezza dei tempi di realizzazione, in confronto a Milano dove non hai certezze e soprattutto dove ci sono criticità ed intoppi che possono saltar fuori da un momento all'altro. Il tutto poi sarebbe di proprietà pubblica".
Le tempistiche, diceva, sarebbero decisamente diverse?
"I tempi sarebbero veloci e certi, sì: parliamo di aree già bonificate e demolite, che il PGT - Piano di Governo del Territorio - già prevede come destinazione d'uso. In un'area di proprietà di privati e non pubblica. Quindi io rinnovo la disponibilità oggi che siamo in fase di progettazione con possibilità di inserirla in un contesto che si sta rigenerando".
Quali altri fattori potrebbero convincere Inter e Milan a scegliere Sesto?
"Abbiamo 1 milione e mezzo di metri quadrati che stiamo disegnando, progettando per il prossimo futuro. Siamo ormai dentro Milano a tutti gli effetti, a 3 fermate della metropolitana: siamo dentro la prima cintura. 4 fermate le abbiamo in costruzione. Abbiamo una fermata della ferrovia, 2 tangenziali. In 15 minuti si arriva a Linate, in 14 al Duomo. A livello urbanistico c'è una continuità fra Sesto e Milano che non ti rendi neanche conto di aver superato il confine".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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