Ecco il futuro dell’Inter (ma senza alcun genere di inutile fretta)

Ecco il futuro dell’Inter (ma senza alcun genere di inutile fretta)TUTTOmercatoWEB.com
sabato 4 maggio 2024, 18:55Editoriale
di Fabrizio Biasin

Godetevela. Godetevela il più possibile. Davvero. Non è il momento di pensare a quel che sarà. Alla prossima stagione. A programmare ci pensa una dirigenza che - si può dire? - ha dimostrato di saper fare parecchio bene il suo dovere nella buona e nella cattiva sorte. E lo farà per tempo, potete contarci. Ma non ora, perché ora è il tempo delle feste e - tra l’altro - c’è ancora un campionato da terminare. Ce lo siamo incredibilmente dimenticati perché il trionfo è arrivato prestissimo, ma la verità è che ci sono partite e tempo prima di tirare giù la serranda e pensare a mercato e rotture di balle assortite.

Nel frattempo si possono buttare sul piatto alcune ipotesi ma, badate bene, vanno prese con la doverosa leggerezza perché, al momento, non ci sono segnali concreti in nessun senso. E, credete ammé, è realmente così. 

- E allora è possibile (non probabile, possibile) che l’Inter non riscatti Audero e acchiappi un portiere da far crescere dietro a Sommer, in attesa di trasformarlo in titolare a partire dal 25/26. Bento? Piace molto, ma costa parecchio e comunque non è l’unica opzione.
- E allora è possibile che si punti a un difensore che abbia attitudine anche e soprattutto da centrale. E questo per non dover temere la carta d’identità dei pur eccellenti Acerbi e De Vrij.
- E allora è possibile che si debba acchiappare un nuovo esterno, ma solo e soltanto se non si arriverà al rinnovo di Dumfries, cosa non così impossibile, tra l’altro.
- E allora è possibile che ci si sia dimenticati di Zielinski e Taremi, due rinforzi presi con largo anticipo e che hanno già abbattuto di un bel po’ le esigenze della rosa 24/25.
- E allora è possibile che al netto delle “certezze” Lautaro, Thuram e Taremi si vada a cercare un quarto attaccante che possa prendere il posto di Arnautovic o, al limite, faccia scalare l’austriaco in quinta posizione se mai si sceglierà di allargare la rosa in ottica “nuova Champions”.
- E allora è possibile che si stia aspettando la conferma di Zhang alla guida del club per poi procedere con i prolungamenti dei contratti dei vari Inzaghi, Barella, Lautaro, colonne nerazzurre da preservare.

La (semi) certezza è che una marea di nomi vengono associati al nerazzurro per fare del folclore, ma verrebbero presi in considerazione solo e soltanto in caso di cessioni importanti, attualmente non previste. 

Zirkzee, per dire. Ad oggi l’Inter non ha sviluppato alcuna ipotesi rispetto al pur eccellente attaccante olandese che verrebbe preso in considerazione solo in caso di partenza di uno tra Lautaro e Thuram. Ma perché uno di questi “giganti” parta è necessario che dica “voglio partire”, cosa che non è accaduta e difficilmente accadrà. 

Ergo, serenità. Il gruppo che ha appena conquistato la seconda stella è lì, bello saldo, e nella testa di tutti va preservato il più possibile. Arriveranno scossoni da qui alla fine del mercato? Può darsi, ma la storia recente insegna che, a volte, gli scossoni possono essere addirittura una benedizione. 

Godetevi la festa, ve la siete meritata. E tatuatevi questi giorni dentro la capoccia, perché sono già storia, una bellissima storia.

A tal proposito vi lascio con quattro righe scritte qualche giorno fa, il giorno dopo la grande notte di pizza Duomo. Ah, che notte.

Il 28 aprile 2024 è una data destinata a restare. Ed è inutile spiegare perché. È stata una giornata bellissima, indimenticabile, unica e lo è stata per tantissimi motivi.

Perché non è automatico che una grande vittoria si trasformi in un festa enorme, totale, incredibilmente appagante in cui tutti hanno fatto la loro parte:

-          I tifosi, centinaia di migliaia, un fiume infinito di persone legate da una passione comune e viscerale.
-          La squadra, un insieme di ragazzi che giorno dopo giorno ha saputo meritarsi la fiducia di ogni singolo tifoso.
-          La società, un gruppo di professionisti capaci come pochi e “motore” del successo.
-          L’allenatore, un tizio che non ha ancora avuto il coraggio di dire “sono stato bravo” e prima o poi dovrebbe anche farlo.

È vero, nelle 10 ore di celebrazioni abbiamo visto uno striscione poco elegante (eufemismo) sbandierato da un calciatore. Certe cose ti danno un fastidio enorme quando le subisci e, quindi, andrebbero sempre evitate. In fondo è una ruota che gira: oggi va bene a me, domani chi lo sa.

Ma è altrettanto vero che il resto della compagnia ha fatto di tutto per gioire unicamente dei propri successi ed evitare sciocche e inutili vendette.

Quello che è certo è che a meno di un anno da una fetentissima delusione, la “famiglia Inter” è stata invasa da un’ondata di emozioni imprevedibili nelle proporzioni.

E là, a Istanbul, ha dimostrato cosa significa “saper perdere”.

E qui, a Milano, ha fatto capire che è davvero capace di celebrare le sue vittorie.

È stato tutto perfetto e ogni singolo interista si merita un applauso: le centinaia di migliaia di persone che hanno invaso Milano; i milioni di tifosi che non c’erano fisicamente, ma in qualche modo erano sotto la Madonnina.

Cento di queste feste, Inter.